La scrittura poetica: la profondità nella superficie

Alle parole di una lingua rimangono attaccati i pensieri e i sentimenti, la gioia e la disperazione, le conquiste e i fallimenti che gli uomini (che in quella lingua si sono espressi e si esprimono) hanno attraversato nel corso dell’esistenza e delle derive storiche dell’epoca che hanno vissuto. Per questo, la scrittura poetica, che ricolloca di continuo quelle antiche parole in nuove e inedite sequenze di significato, mantiene forte l’ancoraggio della propria superficie espressiva con la profondità cognitiva e memoriale che in ogni parola della lingua si è raggrumata nel tempo. Così le possibilità di dare senso e valore all’esistenza umana, si rinnovano e si arricchiscono di continuo nella lingua della poesia.

Studioso di antropologia culturale e filosofia del linguaggio, è stato docente di letteratura italiana e storia a Bergamo e a Bratislava, co-fondatore e direttore editoriale della Pierluigi Lubrina Editore e della Moretti&Vitali Editori e organizzatore culturale per il Comune di Bergamo, l’Ambasciata italiana di Bratislava e altri enti. Ha pubblicato Tessiture-viaggi dentro antiche storie (1994) e Odissei senza nòstosMappe per interrogare l’opera letteraria (2019); ha curato poi arie monografie, fra le quali: Le ragioni della poesia (su F. Bandini, 1998), La poesia, il volto, la lingua (su F. Doplicher), L’allegoria della vita (su R. Crovi, 2003), Eliseo MilaniEleganza operaia, stile comunista (con A. Garzia, 2017).

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