Scrivere la luce

Scrivere la luce non è semplicemente descriverne gli effetti o l’intensità con le parole. Abbiamo, in effetti, portentosi esempi nella letteratura italiana di descrizione delle varietà della luce sulle cose, da parte dei nostri classici più grandi. Ma la scelta di una lingua che scriva la luce delle cose della vita e dell’esperienza umane, che ne faccia cioè risplendere l’intrinseco valore e la bellezza, è una scelta generativa del linguaggio poetico, che avviene, per ciascun autore, a monte delle singole prove letterarie e che sta perciò all’origine della sua poesia. Soprattutto nel Paradiso, Dante lavora per primo coi materiali di una lingua poetica ancora in costruzione per far splendere la luce della verità sull’uomo che si concepisca e si conquisti come progetto di sé stesso.

Gabrio Vitali ha studiato antropologia culturale e filosofia del linguaggio all’Università di Roma La Sapienza, dove si è laureato in filosofia e storia. È stato docente di letteratura italiana in istituti superiori di Bergamo e di Bratislava; oggi insegna al Caterina Caniana. È stato co-fondatore e direttore editoriale della Pierluigi Lubrina Editore e della Moretti&Vitali Editori. Ha ideato e condotto progetti culturali, convegni e cicli di conferenze per il comune di Bergamo, l’Ambasciata Italiana di Bratislava e altri enti. Ha svolto vari percorsi di Lectio Dantis e cicli di lezioni per conto della Terza Università.

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