TRACCE NEL TEMPO

Potremmo trattare il tema del tempo su due livelli: quello individuale, legato alla realizzazione di un’opera, e il tempo generale, universale, scandito dai minuti. Partendo dal secondo, Ugo Riva ritiene che il tempo sia sempre stato uno dei temi portanti della propria opera scultorea. Il tempo come segno profondo, ferita indelebile, Tempo/Tutto si trasforma (1987); come destino irreversibile, Nel Segno del leone (1988); successivamente con l’aggiunta nelle sue opere di elementi espliciti come meridiane o scritte indelebili nell’argilla, Tempus fugit, L’età dei giochi è finita (agli inizi degli anni ’90); per poi proseguire con la realizzazione di opere di dimensioni sempre più grandi. Con la fine del primo e l’inizio del secondo millennio scaturisce un ciclo vero e proprio dedicato a questo tema. Ricordiamo opere come I signori del tempoTempo senza TempoTestimoni della memoriaCome imperturbabili dei, per finire nel 2014 con la realizzazione della scultura monumentale Sull’abisso dell’eternità. Tempo come testimonianza, come sabbia che scivola inesorabile dalle dita, come bisogno di esistere, vivi, pensanti. Tempo come limite a un bisogno profondo di capire, conoscere per poi naufragare dolcemente e leopardianamente nella sua eternità.

Ugo Riva, scultore di fama internazionale, è membro della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti dei Virtuosi del Pantheon con nomina di Papa Benedetto XVI. Dal 1986 ha realizzato numerose esposizioni personali e collettive sia in Italia che all’estero.

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